Le Storie della Plaster School
La quotidianità dei bambini che vediamo intorno a noi è scandita dalla scuola. Li vediamo la mattina per le strade con le loro cartelle e i vestiti colorati. Un’immagine che fa parte anche del nostro quotidiano. Un’immagine che traspira normalità. Un termine questo che spesso viene usato in modo sbagliato, ma che qui invece suona assolutamente giusto, in linea con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che riconosce il diritto del fanciullo all’educazione.
La quotidianità può in alcuni casi sembrare noiosa, ma in realtà è una grande sicurezza. È un rifugio che conosciamo. E la scuola, oltre ad essere quotidianità è anche comunità e curiosità. È un rifugio che al contempo protegge e costruisce.
È per questo che la Plaster School è così speciale, perché garantisce questa normalità arredata di amicizia e curiosità a bambini che loro malgrado vivono una realtà che normale non è. Bambini che dalla loro normalità sono dovuti fuggire. E come in tutte le scuole, ci sono i bambini vivaci, i bambini timidi, i bambini che soffrono di determinate patologie, i bambini che hanno paura, i bambini che hanno sete di imparare e quelli che hanno una fiamma che ha bisogno di essere alimentata.
Ed è così che alla Plaster troviamo Juri, che è arrivata quando aveva 7 anni, portando con sé tanta timidezza e poca fiducia in sé stessa. Grazie all’aiuto della psicologa della scuola, che, tra le altre, ha concordato un percorso premiante nelle piccole cose con gli altri insegnanti, Juri ha acquisito sempre più fiducia e ha imparato a leggere e scrivere correttamente sentendosi più sicura.
E poi c’è Omar, sette anni. Nel suo caso il grande lavoro psicologico e una collaborazione fattiva e costante con la famiglia ha portato a ottimi risultati nell’affrontare la sua dislessia e a renderlo sempre più scolasticamente autonomo. Grande merito va soprattutto a lui, caparbio e determinato ad imparare accettando i propri sbagli.
Quando alla Plaster School è arrivato Sultan, gli insegnanti hanno notato subito che dietro alla sua tranquillità e timidezza c’era qualcosa. Il fatto che non partecipasse alle lezioni ei restasse passivo li ha spinti a contattare subito la madre ed è stato chiaro che il suo comportamento era dovuto a un udito molto ridotto. Non avendo ancora i permessi in regola, la sua famiglia non aveva il diritto di accesso alle strutture pubbliche e non aveva la possibilità economica per farlo operare in una struttura privata. EveryChildIsMyChild ha deciso di sostenere le spese per l’intervento.
Reem, è arrivata alla Plaster quando aveva dieci anni. Non era scolarizzata e non sapeva nemmeno come si usasse una penna.
Con l’aiuto della psicologa e tanta buona volontà da parte sua è riuscita
ad integrarsi e dopo tre anni alla Plaster si è iscritta alla scuola pubblica con un solo anno di ritardo rispetto al percorso regolare. Il rapporto delle insegnanti turche ha premiato il grande lavoro di recupero tanto che ha visto Reem eccellere nella maggior parte delle materie.
Con Raya, arrivata quando aveva 8 anni, il team della Plaster School ha accolto una sfida ancora più grande. Raya è cardiopatica e vive con un pacemaker. A causa di una crisi ha perso
quasi totalmente l’uso della parola e dell’udito. Il tentativo di supporto con un impianto che la aiutasse con l’udito ha dato scarsi risultati.
Ogni giorno, per un intero anno scolastico, Raya aveva un appuntamento di un’ora con la psicologa della scuola. Ha riacquistato la capacità di parlare e la sua capacità di attenzione è migliorata al punto da poter essere iscritta alla prima classe della scuola pubblica dove, anche grazie ad un insegnante di sostegno, sta compiendo un percorso regolare.
La madre è grata a tutti gli insegnanti per questo piccolo grande miracolo.
E poi c’è Safia, arrivata alla Plaster a nove anni. È autistica e prima di entrare alla scuola non aveva ricevuto nessuna cura anche se i genitori la seguivano e seguono correttamente. Dopo un inserimento part time, frequenta ora la scuola a tempo pieno. È una bambina abbastanza selettiva e dimostra interesse e attenzione solo per quello che le piace.
La scelta di insegnarle la lingua inglese, perché gradita, è stata vincente e da questa si è riusciti ad interessarla anche alla lingua araba e alle altre materie.
I bambini della Plaster sono tanti. Ogni loro storia è speciale e tutte le loro storie speciali si incontrano a scuola nel segno di una quotidianità che profuma di futuro.