Every Child in life and peace – È arrivata la psico-oncologa al Beit Jala Hospital
12 agosto 2024
Ha iniziato l’11 agosto 2024 al Beit Jala Hospital, la Dott.ssa Farah Fatafta che si occuperà di seguire i bambinə malatə di cancro in cura in West Bank. Per Farah sarà importante collaborare con l’equipe medica e portare avanti con bambinə sia sessioni individuali che di gruppo. Allo stesso modo lavorerà con le famiglie che in questi frangenti affrontano sfide emotive e psicologiche difficili, a partire dalla comunicazione della diagnosi.
Every Child Is My Child sostiene il progetto fin dall’inizio, Soleterre è in Palestina ormai da qualche al fianco di 120 bambinə malatə di cancro e delle loro famiglie, perchè non si può permettere che le loro cure mediche e psicologiche vengano interrotte dalla guerra. In un contesto di questo tipo le strutture sanitarie rischiano di essere colpite dai bombardamenti e il rischio di blackout è altissimo, impedendo il funzionamento dei macchinari per le chemioterapie. I farmaci non arrivano facilmente e la paura crea ulteriori traumi psicologici a bambinə e famiglie già provati dalla malattia.
I tumori più comunemente diagnosticati in Palestina nei bambini e nelle bambine da 0 a 14 anni sono le leucemie, i tumori cerebrali, altri tumori del sistema nervoso centrale e i linfomi.
Se curati regolarmente, i bambini malati di cancro, anche in Palestina, hanno tassi di sopravvivenza dal 50 all’80% per le leucemie e di poco inferiori per le altre patologie tumorali. Il problema è che in guerra spesso le cure non sono costanti. Si rischia di morire, durante le cure, per cause legate al conflitto.
Le famiglie che hanno un bambino malato di cancro ricoverato al Beit Jala Hospital, l’unico e ultimo ospedale pubblico per la cura del cancro infantile in Palestina, provengono soprattutto dal centro e dal sud della Cisgiordania (Governatorati di Ramallah, Hebron e Betlemme), ma ci sono famiglie che vengono da più lontano. La maggior parte delle famiglie si organizza per gli spostamenti, ma in questo periodo, visti i problemi di mobilitazione legati alla guerra, i bambini che vivono lontani sono spesso ospedalizzati per lungo tempo e le famiglie devono trovare una sistemazione.
Tratto da testi di Damiano Rizzi – Fondatore e Presidente Soleterre